#SalviamoBiblioAriccia #Bibliopride 2017: “Nessuno escluso” 6a Giornata nazionale delle biblioteche

Crowdfunding per salvare la biblioteca digitale #SBCR di Ariccia (Roma)

La pratica del fundraising è influenzata dallo spirito filantropico: la donazione non è una elemosina né una tassa, ma il frutto di uno scambio volontario tra soggetti che condividono un medesimo obiettivo. Pertanto, il dominio del fundraising è la persuasione e il convincimento, piuttosto che la coercizione e la pressione.”

Lanceremo su web la raccolta fondi per finanziare la biblioteca digitale #SBCR che verra’ tagliata da gennaio 2018 per risparmiare 38.000,00 euro sul bilancio di Ariccia

DOVE:
Ariccia bar e punti vendita, Piazza di Corte, Ariccia (Roma).

Info:
openariccia.cloud
facebook.com/openariccia.cloud
twitter.com/openariccia
instagram.com/openariccia

Dal 23 al 30 settembre una settimana di eventi nelle biblioteche italiane
per discutere di Accessibilità e Accoglienza

http://www.bibliopride.it

Accessibilità e Accoglienza sono i temi al centro della vivace settimana di eventi, da sabato 23 a sabato 30 settembre, durante la quale centinaia di biblioteche organizzeranno nelle diverse regioni letture, incontri, presentazioni di libri, attività didattiche, per ribadire la loro presenza attiva al fianco dei cittadini sul territorio, oltre che l’importanza del loro ruolo nella vita quotidiana e culturale del nostro Paese. Il calendario completo delle iniziative è reperibile all’indirizzo http://www.aib.it/attivita/bibliopride/bibliopride2017/tutti-gli-eventi/.

Con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati

La scrittrice ANTONELLA CILENTO è la testimonial d’eccezione del Bibliopride 2017
La mitica “Pimpa” sarà protagonista di un fumetto inedito donato alla manifestazione
da FRANCESCO TULLIO ALTAN

A Pistoia, sabato 30 settembre, la grande festa collettiva
con flash mob alle ore 17 in Piazza Giovanni XXIII

In biblioteca “nessuno è escluso”: questo è il messaggio forte che si leverà in occasione del Bibliopride 2017, la 6. Giornata nazionale delle biblioteche che, dopo una settimana di eventi in tutta Italia, culminerà nella grande festa collettiva di Pistoia, in programma sabato 30 settembre.
Il Bibliopride, che a partire dalla sua prima edizione ha riscosso negli anni un consenso sempre maggiore, è organizzato dall’AIB – Associazione Italiana Biblioteche in collaborazione con il Comune di Pistoia Capitale italiana della cultura 2017 e la Biblioteca San Giorgio. L’iniziativa gode del patrocinio del Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Conferenza delle Regioni e delle province autonome, ANCI – Associazione nazionale comuni italiani, AICRAB – Associazione Italiana dei Conservatori e Restauratori degli Archivi e delle Biblioteche, AIE – Associazione italiana editori, ALI – Associazione librai italiani, Amici città della scienza, ANAI – Associazione nazionale archivistica italiana, Associazione Forum del Libro, Federculture, ICOM Italia.


Sabato 30 settembre l’orgoglio bibliotecario animerà invece le piazze, le librerie e le biblioteche della città di Pistoia, con una grande festa collettiva e un fitto programma di appuntamenti pensati per tutte le età, per lingue altre, per altre abilità. Parteciperanno diverse realtà associative e sezioni “esterne” di biblioteche in contesti particolari, come carceri e ospedali.
Rosa Maiello, il nuovo presidente nazionale AIB per il triennio 2017-2020: “Ringrazio Pistoia capitale italiana della cultura 2017, la Biblioteca San Giorgio, la Sezione Toscana dell’AIB, le colleghe del Comitato organizzatore e quanti – persone ed enti – hanno contribuito al ricco programma di questa edizione del Bibliopride, centrata su un tema di estrema rilevanza come la vocazione *naturalmente* inclusiva delle biblioteche. Celebreremo il valore dell’apertura, dell’accoglienza, della multiculturalità e della partecipazione attiva, la festa delle biblioteche pubbliche dove tutti sono invitati”.
Come per le precedenti edizioni, anche quest’anno il Bibliopride avrà un testimonial d’eccezione: la scrittrice Antonella Cilento, finalista del Premio Strega 2014, che proporrà una riflessione sul ruolo delle biblioteche nella società attraverso un testo inedito. Il fumettista e disegnatore satirico Francesco Tullio Altan ha realizzato invece un fumetto dedicato alle biblioteche con protagonista l’intramontabile Pimpa.
La Giornata di sabato 30 settembre si aprirà la mattina, nell’Auditorium della Biblioteca San Giorgio, con degli incontri ad ingresso libero per il pubblico. Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi e dei rappresentati AIB, Rosa Maiello (Presidente nazionale), Fiorenza Poli (Presidente AIB Toscana) e Maria Stella Rasetti (Direttrice Biblioteca San Giorgio), alle ore 10.20 speciali interlocutori racconteranno la biblioteca dal loro punto di vista: prenderanno parola i volontari della Biblioteca San Giorgio; i rappresentanti del progetto “Le biblioteche fuori di sé”, impegnati ad esportare la lettura fuori dalle mura delle biblioteche; i lettori volontari del gruppo “Nonni leggendari” e alcune associazioni con progetti destinati ai disabili.
Alle ore 11.30, nell’incontro “Bibliofest: Nessuno escluso”, si darà voce alle Storie di accoglienza che hanno visto protagoniste le biblioteche italiane. Tra gli ospiti in collegamento telefonico, oltre alla testimonial del Bibliopride 2017, la scrittrice Antonella Cilento, l’esperienza del progetto La biblioteca che accoglie del centro di salute mentale di Sassari e la Biblioteca di Lampedusa.
Alle ore 14.00 gli Amici della San Giorgio, associazione che sostiene l’omonima Biblioteca, incontreranno gli amici sostenitori di altre biblioteche della Toscana e non solo: confronto di esperienze e progetti per la valorizzazione delle biblioteche.
Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.00, più di 20 punti in città tra piazze, biblioteche, librerie e esercizi commerciali, faranno da cornice ad eventi dedicati alla promozione della lettura, coordinati dalla sezione toscana dell’AIB in collaborazione con altre realtà associative del territorio. L’elenco completo è disponibile a partire dalla pagina http://www.aib.it/attivita/bibliopride/bibliopride2017/programma-30-settembre-pistoia/
Alle ore 17.00 ci sarà il ritrovo in piazza Giovanni XXIII (piazza dell’ex Ospedale del Ceppo) per dare vita ad un grande flash mob dei bibliotecari, tra balli e letture, volto ad amplificare il valore della Giornata: nel clima in cui siamo immersi, in balia di costanti emergenze sociali e relativa assenza di soluzioni, la funzione delle biblioteche come luoghi di sapere aperti, dove nessuno si sente escluso, appare non solo di estrema attualità ma anche irrinunciabile.
Fino al 5 ottobre le biblioteche potranno inoltre partecipare al concorso fotografico “In biblioteca nessuno escluso” con tre premi in palio, condividendo su Facebook o Twitter, tramite gli hashtag #bibliopride #inbibliotecanessunoescluso, una foto ispirata ai valori dell’accoglienza e dell’accessibilità.
Si ringraziano in qualità di sponsor della Giornata: UniCoop Firenze; CESVOT – Centro Servizi Volontariato Toscana; Ledizioni – The Innovative LEDI publishing Company.

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ASSOCIAZIONE ITALIANA BIBLIOTECHE
Segreteria Nazionale AIB – Roma
t. +39 06 4463532 | segreteria(at)aib.it | www.aib.it
Facebook: associazioneitalianabiblioteche
Twitter: https://twitter.com/AIB_it
Maggiori informazioni:
http://www.bibliopride.it
Evento Facebook https://www.facebook.com/events/1914813935511287/

UFFICIO STAMPA AIB

http://www.aib.it/attivita/bibliopride/2017/64730-comunicato-stampa-bibliopride-2017/

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#Ariccia partecipa con noi al “borsinorifiuti” 2018!! Bastano 100 cittadini per vendere direttamente il #DIFFERENZIATO carta plastica metalli e vetro

#Ariccia partecipa con noi al “borsinorifiuti” 2018!! Bastano 100 cittadini per vendere direttamente il #DIFFERENZIATO carta plastica metalli e vetro

proposta da https://www.facebook.com/claudia.marcelli


http://www.borsinorifiuti.com/


piattaforma di economia circolare che si sta diffondendo rapidamente e a cui possono partecipare anche privati, per vendere materiali riciclabili (carta, vetro, plastica e metalli) ricavando denaro e cercare le ditte più convenienti nella zona per smaltire rifiuti o vendere materiali e oggetti in disuso. Occorrono almeno 100 iscritti in una città per far attivare il servizio (nel 2017 sono stati attivati due centri a Roma).
Una volta attivato il Servizio nella zona, chi aderisce avrà uno sconto obbligatorio sulla TARI.
Attualmente i materiali riciclabili che noi affidiamo al Comune, vengono da questo venduti (sono appunto quelli che il regolamento prevede di poter conferire in quantità illimitata, e prevede premialità per chi li conferisce: in realtà anche di questi il Comune dovrebbe prevenire la formazione).
Il Comune di Ariccia sostiene di aver utilizzato il ricavato (poco meno di 150.000,00 euro nel 2016) per abbassare la TARI alle utenze domestiche.
Tuttavia, nello stesso tempo, ha aumentato sensibilmente la TARI delle utenze non domestiche e delle seconde abitazioni (a queste ultime ha avuto anche l’accortezza di togliere il diritto di conferire rifiuti).
Dall’ultima intervista del vicesindaco Enrico Indiati, sembra che si chieda il pagamento di cospicue somme per quanto eccede le irrisorie quantità di base dei vari rifiuti e per il ritiro degli sfalci porta a porta per i “privilegiati” – come Indiati ha apostrofato riferendosi agli abitanti di Monte Gentile, Monte Cucco e di una parte di Galloro -, che invece è un servizio che il Comune DEVE fare come per tutti gli altri rifiuti, almeno nei quartieri dove tali rifiuti vengono prodotti.
Il “borsino rifiuti”, nelle zone dove è attivo, consente ai privati di guadagnare qualcosa direttamente (invece di far guadagnare il Comune) dalla vendita dei propri materiali riciclabili, consente di avere uno sconto sulla TARI, e di individuare le imprese più convenienti nella zona per conferire i rifiuti eccedenti le quantità previste dal regolamento del Comune.

Valutate, e se lo ritenete interessante, potete iscrivervi e invitare i vostri amici ad iscriversi, per accelerare la realizzazione del servizio anche nella nostra zona.



http://borsinorifiuti.com/

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Consiglio Comunale #27giugno dopo 6 mesi si torna a consentire #INTERROGAZIONI…

 
dopo 6 mesi si torna a consentire #INTERROGAZIONI:

Consiglio Comunale #27giugno
#aspettiamoifatti
#giottarelloinpratica

 

CONSIGLIO COMUNALE streaming su
https://www.youtube.com/channel/UCyUpuivPwU63a0NGDfFpbog

da seguire in sede e via diretta streaming (anche in differita) su https://www.youtube.com


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Diritto alla Conoscenza #FOIA lezione di Stefano #Rodota

Il prof. STAFANO RODOTA’, il 29 novembre 2010 ha presentato all’Internet Governance Forum una proposta per portare in Commissione Affari Costituzionali l’adozione dell’articolo 21-bis, che recitava: “Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale“.[32]

Nei confronti del mondo di internet Rodotà ha assunto posizioni di tipo libertario, implementando le sue idee sui media in diversi ambiti quali: Internet Governance Forum dell’Onu, all’Unesco, al Parlamento europeo.[33]

Nell’ottobre 2014 presiede la commissione parlamentare “Internet, bill of rights”[34], incaricata di redigere i principi generali della comunicazione via Internet, come indirizzo per le leggi italiane in materia e come spunto nel dibattito internazionale.


« I diritti fondamentali si pongono a presidio della vita, che in nessuna sua manifestazione può essere attratta nel mondo delle merci. »

https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Rodot%C3%A0

http://www.doppiozero.com/materiali/speciali/il-diritto-alla-conoscenza

In un bellissimo saggio dal titolo Fame di sapere, che poi nel testo diventa fame di conoscenza, Francesco Remotti ci conduce alle radici dell’umanità e alle origini della nostra cultura, quella delle parole iniziali della Metafisica di Aristotele: “Tutti gli uomini, per natura, desiderano sapere”. Fame indica un bisogno primario che, se non viene soddisfatto, porta la persona a morire. E dunque si può morite per mancanza di cibo, ma pure di sapere, in una unione tra corpo e mente.

A che cosa, però, ci riferiamo oggi parlando di conoscenza, poiché l’intera nostra società viene definita, appunto, della conoscenza? Viviamo in uno spazio sociale dilatato, senza precedenti nella storia dell’umanità, creato da Internet, identificato con la Rete, dove si mescolano soggetti e fenomeni diversi, dove i ruoli possono cambiare vorticosamente e gli interessi trovarsi in conflitto. Questo spazio è riempito d’una infinita conoscenza che, per le sue caratteristiche, Luciano Gallino ha definito un “bene pubblico globale” e che, anzi, viene ormai sempre più considerata un “bene comune”, liberamente accessibile da ogni persona. Che cosa vuol dire, allora, percorrere quest’immenso territorio muniti d’un diritto?

La risposta più ovvia – attingere la maggior quantità possibile di sapere – è ormai insufficiente, talvolta ingannevole. Bisogna andare oltre ogni formula semplice, scoprendo spesso che, una volta avviata una analisi appena più attenta, anche in passato l’accesso al sapere poneva numerosi problemi e, soprattutto, rifletteva una divisione netta tra produttori e consumatori della conoscenza. Oggi abbiamo la consapevolezza della impossibilità di tracciare una definitiva, stabile linea di confine tra quei due mondi e quelle due figure. Siamo di fronte ad un rapporto paritetico tra ricezione e produzione, ogni utente si fa produttore, cambiando così la natura stessa della conoscenza in rete, tanto che si è potuto concludere che ormai è stata annullata ogni differenza tra sfera culturale, sfera sociale, sfera mediatica.

Da queste considerazioni, tuttavia, non si può trarre la conclusione che diritto alla conoscenza significhi diritto a qualsiasi conoscenza, in qualsiasi modo o forma, guardando al mondo come ad una miniera a cielo aperto, dove qualsiasi informazione diviene liberamente disponibile. Esempi quotidiani mostrano che non è così. Basta ricordare il cosiddetto Datagate, la rivelazione che una agenzia americana raccoglie milioni di dati e li adopera per controllare le persone su scala planetaria. E’ stata così riscoperta l’importanza della privacy, diritto fondamentale da rispettare a tutela della libertà di ciascuno. Ma, all’interno della stessa sfera privata, il diritto di sapere può rovesciarsi nel diritto di non sapere, come accade quando una persona, ad esempio, non vuole che le vengano comunicate informazioni riguardanti il suo stato di salute. E la tutela della privacy può esigere una amputazione della conoscenza in rete, come accade con il diritto all’oblio che richiede appunto la cancellazione di informazioni già legittimamente raccolte.

Gli intrecci non si fermano qui. La stessa garanzia del diritto alla privacy si indebolisce, fino a scomparire, quando siamo di fronte a “figure pubbliche” – politici, attori, sportivi – che hanno scelto appunto di vivere in pubblico. E, considerando in particolare i politici, ci accorgiamo che il diritto alla conoscenza è funzionale al controllo diffuso che i cittadini devono poter esercitare su chiunque detenga un potere, facendo così emergere la dimensione della trasparenza come un connotato della democrazia.

Nasce così una sfera pubblico-politica dove gli arcana imperii sono sempre meno accettati. Vicende come quelle di Wikileaks e del Datagate hanno mostrato come fossero state colte tutte le opportunità tecnologiche per far crescere quasi senza limiti la raccolta delle informazioni e la loro conservazione in banche dati sempre più gigantesche, dove le informazioni sono divenute sempre più facilmente reperibili, alla portata di molti, accessibili a distanza, agevoli da divulgare. E questo ha fatto nascere la diffusa consapevolezza che lì si stava depositando un nuovo sapere sociale, che non poteva più essere sequestrato con le vecchie regole sul segreto e di cui i cittadini si sentivano i veri “proprietari”, dunque legittimati ad esercitare in questa direzione il loro diritto alla conoscenza, a quel “cercare, ricevere, diffondere” informazioni di cui parla la Dichiarazione universale dei diriti dell’uomo dell’Onu.

Di nuovo un radicale cambiamento di scenario. Il mondo si svela nella sua sempre più sconfinata ricchezza informativa, che ridisegna il ruolo del cittadino nella sfera pubblica, incidendo al tempo stesso, e in modo ancor più profondo, sul modo in cui ciascuno ridefinisce se stesso di fronte a questo sapere che gli si presenta come infinito, alla cui definizione e crescita anch’egli può contribuire. Abbiamo diritto alla conoscenza perché solo così possiamo liberamente costruire la nostra personalità, e dunque gli stessi sistemi istituzionali devono essere strutturati in modo da permettere pienezza del vivere, dell’essere davvero se stessi. Tutto il sapere del mondo è lì. a portata di mano, e nessun ostacolo deve essere posto alla libertà di accedervi.

Si innestano qui conflitti che non sono tra vecchio e nuovo, tra continuità e discontinuità, ma che hanno la loro origine nella molteplicità degli interessi Richiamando le “enclosures” dei fondi che si verificarono in Gran Bretagna a partire dal Settecento, sottraendo quei beni agli usi comuni, si denuncia oggi il rischio di un nuovo movimento per la “chiusura” di quel bene globale che è appunto la conoscenza. Reggono, di fronte alla nuova realtà, categorie proprietarie forti come il diritto d’autore e il diritto di brevetto? L’accesso al mondo della conoscenza deve passare attraverso la logica del mercato o attraverso la logica dei diritti? La conoscenza è una merce o un bene comune?

Questi sono conflitti reali che, tuttavia, proprio nella realtà possono trovare forme di composizione lontane dalla pretesa di far prevalere uno soltanto degli interessi in campo. Il punto di riferimento è rappresentato dal fatto, innegabile, che la tecnologia ha “reinventato” la conoscenza, sì che nessuno può pretendere di esserne il proprietario più o meno esclusivo. Il problema, allora, diventa quello di garantire al massimo la possibilità di essere protagonisti nella produzione della conoscenza (e questo implica diritto di accesso alla tecnologia e ostilità alla censura); quello di capovolgere l’assunto secondo il quale unico riferimento deve essere la logica proprietaria; quello di inventare forme anche giuridiche di riconoscimento concreto del diritto alla conoscenza, liberandosi dalla tentazione di rifugiarsi nelle vecchie categorie, che la forza delle cose continuamente scardina (ecco, allora, le tariffe flat, i creative commons e tutti gli altri strumenti che disegnano un contesto istituzionale dove diventa possibile la composizione degli interessi).

Dinamiche, queste, che sembrano destinate a funzionare quando ci si trasferisce nella dimensione digitale. Ma il libro, il libro di carta, con il piacere di sentirlo fisicamente, con la sua persistenza che lo sottrae alle ingiurie del tempo che colpiscono i dati digitali e li fanno deperibili e non più leggibili? In questo nuovo universo il libro non custodisce solo una memoria, ma un modo d’essere che, nelle varie forme della scrittura e degli strumenti ai quali è stata affidata, davvero può dirsi che ha accompagnato la storia dell’umanità. E la sua fisicità, che incorpora un bene immateriale come la conoscenza, ha bisogno dei suoi luoghi anch’essi storici, ma adeguati al mutamento, le librerie appunto, dove rimane il contatto effettivo tra lettore e libro.

Il precettore settecentesco rivolgeva questo invito al suo discepolo: “Si vous êtes curieux, allez voyager”. L’invito al viaggio rimane, continua ad essere fondato sulla curiosità intellettuale, si estende all’intero mondo della conoscenza, e ai molteplici strumenti che , lì, ciascuno di noi può adoperare.

http://www.doppiozero.com/materiali/speciali/il-diritto-alla-conoscenza

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Vigili del fuoco, protezione civile, un grazie agli #EROICI soccorsi a #rigopiano @nicola.casagli

https://fb.com/nicola.casagli:

“Una settimana a Rigopiano ci ha fatto vedere che esistono due mondi della Pubblica Amministrazione: uno (largamente dominante) che si muove “a mille”, che comunica via WhatsApp, che risolve problemi e che getta il cuore oltre ogni ostacolo; un altro (minoritario e residuale) che comunica per PEC e fax, che pensa a togliersi le responsabilità piuttosto che a risolvere problemi, che gli ostacoli li crea anche quando non esistono. La comunità scientifica – inclusa l’Università – è parte integrante del Servizio Nazionale della Protezione Civile ed è chiamata a fornire il supporto tecnico-scientifico alle attività istituzionali di Protezione Civile: previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza.”

https://www.facebook.com/nicola.casagli/posts/321841344878170

Cronache da Rigopiano 30.1.2017

“Nel pomeriggio di mercoledì 18 gennaio 2017 una valanga si abbatte sull’hotel Rigopiano in Provincia di Pescara. Le operazioni di ricerca e recupero iniziano in situazioni ambientali difficilissime e con un alto rischio di nuovi distacchi di neve o di roccia dal canalone soprastante.

Giovedì 19 alle 21.40 ricevo una telefonata dal Centro Operativo Misto di Protezione Civile istituito a Penne per il coordinamento dei soccorsi. Chiedono se possiamo installare a Rigopiano uno dei nostri radar di monitoraggio. Il problema è che i nostri non vanno bene per le valanghe; è quindi necessario trovare un radar con frequenze e tempi di detezione adatti allo scopo. Prendo tempo fino alla mattina successiva.

Nella notte i miei ricercatori e io studiamo il caso, prendiamo informazioni, contattiamo colleghi e aziende specializzate per telefono e WhatsApp.

La mattina di venerdì 20 alle 8.00 diamo conferma: facciamo venire un radar doppler per valanghe da Zurigo, dove una startup (Geopraevent) ha realizzato la tecnologia giusta. Non abbiamo mai avuto contatti con quella società. Abbiamo visto il sito web e capito che può funzionare. Sentiamo anche una spinoff della nostra Università (iTem), che ha sviluppato la tecnologia degli array infrasonici per il monitoraggio delle valanghe.

Il tempo utile di preavviso di una nuova valanga a Rigopiano è solo di un minuto: in meno di 60 secondi i soccorritori si devono mettere in sicurezza per cui ci vuole un sistema allarmato. Verso le 11 il sistema è già progettato: il radar per l’allertamento rapido entro 10 secondi dal distacco della valanga, l’array infrasonico per il supporto alla previsione e per il pre-allarme.

Appuntamento ad Arcetri per preparare la missione. Partiamo alle 13.30 in 6 da Firenze con 2 automezzi fuoristrada, 2 da Zurigo con un furgone, altri 2 il giorno dopo da Firenze con un pickup. Un altro da Zurigo in aereo e macchina a noleggio.

Io sono professore, gli altri ricercatori precari: non abbiamo orario di lavoro e siamo abituati a lavorare anche nei giorni festivi. Ci sono anche due tecnici (laureati e dottori di ricerca, inquadrati ovviamente nella categoria dei diplomati perché si sa che all’Università conta prima di tutto risparmiare): loro non possono lavorare di domenica e le ore di viaggio nemmeno vengono riconosciute come ore di lavoro.

Pare che siano le conseguenze della legge Brunetta antifannulloni, che ovviamente va a colpire solo chi ha voglia e capacità di lavorare, mentre non tocca minimamente i fannulloni. Ma fortunatamente anche i nostri tecnici sono abituati a fare volontariato per la PA: hanno stipendi fissi di poco superiori ai 1200 euro.

Arriviamo a Penne alle 18.30 di venerdì con tutto il necessario. Il radar arriva alle 3.30 (di notte) di sabato, perché è stato bloccato tre ore alla dogana: una telefonata di spiegazioni non basta, vogliono un fax per sdoganarlo. A tutto abbiamo pensato tranne che a organizzarci per i fax. Anche al COM di Penne i fax non li manda più nessuno. Lo facciamo inviare dalla DICOMAC di Rieti.

L’array infrasonico giunge a Penne domenica mattina da Firenze: fortunatamente fra le Regioni non ci sono le dogane!

Abbiamo portato con noi: radar e accessori, array infrasonico e accessori, un drone multicottero, telecamere e fotocamere, telecamera a infrarosso termico, GPS, ARVA, sci, ciaspole, attrezzature da neve e ghiaccio, componenti elettroniche, cassette degli attrezzi, batterie, generatori, modem, computer, taniche di carburante e molto altro.

Abbiamo dovuto pensare a portare tutto da casa perché da quest’anno ci hanno tolto le carte di credito di servizio e non possiamo fare più acquisti in situ. Dicono che esse erano incompatibili con la tracciabilità antimafia, che non potevano assegnare un Codice Unico di Gara, che non permettevano lo split payment dell’IVA, e che è molto più dinamico e moderno anticipare in contanti e aspettare mesi per essere rimborsati.

Ci vogliono ore per raggiungere il sito di installazione, in un infernale traffico di mezzi di soccorso sulla strada in cui è stata faticosamente aperta una corsia unica dalle turbine e dagli spazzaneve.

E poi su con il “bruco” dell’Esercito o quello dei VVF. E poi a piedi con le ciaspole o gli sci attraverso la valanga con le attrezzature in spalla. Perché gli elicotteri non possono volare per la scarsa visibilità.

Non si vede niente. L’antenna del radar è puntata verso la parte alta del canalone sulla base delle simulazioni effettuate su un modello digitale del terreno. Ma il terreno non è più lo stesso: c’è la valanga sopra e i modelli digitali rappresentano solo la memoria del passato.

ll radar doppler è installato sabato 21 gennaio ed è operativo dalle ore 18:30. L’Array infrasonico domenica 22 ed è in funzione dalle ore 16:30.

Nessuna delle attrezzature utilizzate è stata acquistata sui burocratici mercati unici del CONSIP per la Pubblica Amministrazione. Gran parte era stata acquistata in “tempo di pace” sul libero mercato, guardando alla qualità e non solo al prezzo, anche se ciò ci è costato montagne di dichiarazioni, assunzioni di responsabilità, RUP, commissioni, timbri, discussioni, delibere, verbali e lettere protocollate.

Il drone ce lo siamo interamente autoprodotto con la stampante 3D, perché il codice appalti ancora non ha scoperto l’esistenza di queste ultime e non le ha normate rendendole inutilizzabili come tutto il resto.

Radar e array sono delle ditte che abbiamo incaricato con una telefonata, senza le bizzarre e interminabili procedure di affidamento imposte alla Pubblica Amministrazione in tempo di pace. C’è l’urgenza e si applica l’art.63 del nuovo codice appalti. Per la verità le procedure semplificate per l’urgenza c’erano già anche prima con il vecchio codice all’art.57: l’unica cosa che è cambiata è la numerazione degli articoli (deve essere il nuovo che avanza).

Curiosamente invece l’art.163 del nuovo codice, appositamente pensato per le grandi emergenze di protezione civile, non è applicabile perché troppo burocratico.

Per la società svizzera non ci sono problemi: con gli stranieri le regole burocratiche degli approvvigionamenti sono un po’ più rilassate perché in Italia il protezionismo è alla rovescia, mica abbiamo Trump. Per la PA italiana è molto più facile dare un incarico a una società straniera che a una nazionale. Sarà per questo che molte nostre imprese traslocano all’estero, come i nostri ricercatori.

Per la spinoff dell’Università di Firenze invece ci aspetta un’epica lotta contro la burocrazia perché il nuovo codice appalti non ne parla: tratta solo di in-house delle pubbliche amministrazioni per le quali consente gli affidamenti diretti. Le spinoff accademiche sono lasciate nel limbo dell’incertezza normativa, per cui per la mia Università è molto semplice dare incarichi agli spinoff di tutti gli altri Atenei d’Italia e del mondo, ma è impossibile darli alle proprie, che sono incredibilmente escluse anche dal libero mercato.

Altre attrezzature sono state portate da noi, nel senso che sono di nostra proprietà privata e che le mettiamo a disposizione per far funzionare le cose. Chissà se all’ANAC avranno da ridire sull’uso pubblico di mezzi privati?

Anche i rifornimenti di carburante per automezzi e generatori li abbiamo fatti fuori-CONSIP, perché per trovare i distributori del fornitore unico TotalErg bisogna andarli a cercare, perdendo tempo e sprecando benzina più di quanto la convenzione ne faccia risparmiare. E poi a noi piace l’ENI e la “potente benzina italiana” di Enrico Mattei!

Tutto ha funzionato alla perfezione … tutto, tranne una cosa: la scheda SIM della TIM convenzione CONSIP 6 per la Pubblica Amministrazione.

Dato che pressoché tutti i soccorritori appartengono alla PA, nonostante la tempestiva installazione delle celle mobili, la rete TIM è andata in saturazione semplicemente perché tutti, ma proprio tutti – Protezione Civile, VVF, Soccorso Alpino, Forestale, Finanza, Militari, Carabinieri, Polizia, Comune, Provincia, Regione, etc. – sono obbligati a utilizzare CONSIP 6.

Siamo stati salvati dalla SIM degli svizzeri: i collegamenti con la stazione di monitoraggio sono stati fatti con il modem in roaming internazionale, alla faccia del risparmio, dell’efficienza e della razionalizzazione dei costi.

Con i Mercati Unici non si risparmia: si perde tempo, si alimenta l’inefficienza e alla fine si spende anche di più. E’ la spending review, anch’essa alla rovescia.

Una settimana a Rigopiano ci ha fatto vedere che esistono due mondi della Pubblica Amministrazione: uno (largamente dominante) che si muove “a mille”, che comunica via WhatsApp, che risolve problemi e che getta il cuore oltre ogni ostacolo; un altro (minoritario e residuale) che comunica per PEC e fax, che pensa a togliersi le responsabilità piuttosto che a risolvere problemi, che gli ostacoli li crea anche quando non esistono.

La comunità scientifica – inclusa l’Università – è parte integrante del Servizio Nazionale della Protezione Civile ed è chiamata a fornire il supporto tecnico-scientifico alle attività istituzionali di Protezione Civile: previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza.

Così Giuseppe Zamberletti concepì l’architettura del Servizio Nazionale, all’indomani del terremoto dell’Irpinia.

L’ex-Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato a più riprese: “dobbiamo togliere l’Università dal perimetro della Pubblica Amministrazione perché non si governa l’Università con gli stessi criteri con cui si fa un appalto in una ASL o in un comune“.

Ho detto e scritto più volte che sarebbe sufficiente una semplice norma di poche righe, per abbattere il ginepraio burocratico-normativo in cui è stata fatta sprofondare l’Università italiana:

“Al fine di assicurare il pieno ed efficace svolgimento del ruolo istituzionale delle Università e degli Enti di Ricerca, nel rispetto dei principi di autonomia stabiliti dall’articolo 33 della Costituzione e specificati dalla legge n.168 del 9 maggio 1989, NON si applicano alle Università statali e agli Enti di Ricerca le norme finalizzate al contenimento di spesa in materia di gestione, organizzazione, contabilità, finanza, investimenti e disinvestimenti, previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell’elenco dell’ISTAT di cui all’articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n.196.”

Dopo l’esperienza di Rigopiano penso che tale norma debba essere assolutamente estesa anche a tutte le componenti del Servizio Nazionale della Protezione Civile.”

https://www.facebook.com/nicola.casagli/posts/321841344878170

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#AricciaPalese PEC Openariccia.Cloud #ASPETTIAMOifatti dal 6.6.2016 #giottarelloinPratica


ARICCIA, 24 luglio 2017



ARICCIA, 19 giugno 2017


ARICCIA, 19 dicembre 2016

Al Sig.Roberto Di Felice – neosindaco di Ariccia,
alla Giunta, al Presidente del Consiglio Comunale
ai Consiglieri di maggioranza e opposizione

Come proposto all’insediamento dell’attuale Amm.ne (PEC del 19.6.2016) e gia’ sollecitato alla precedente gestione comunale:
A)  si ribadisce la richiesta di divulgare gli importi effettivi di
–# A.1 spese e introiti derivati dalla Raccolta Differenziata
(vendita del riciclato carta plastica vetro metalli ecc… ex bando 2014-2019)
–# A.2 spese e introiti derivati dall’affidamento della Sagra della Porchetta
(delibera 47 11.6.2016)
–# A.3 spese annoverate come ALTRI servizi, ALTRI contratti, ALTRI pagamenti, Conto Terzi, ecc.
(circa 1.200.000,00 € in sei mesi – fonte http://soldipubblici.gov.it )

 

B) si chiede la pubblicazione delle spese/frequenze delle manutenzioni del Ponte Monumentale
(con relativa documentazione sulla sicurezza statica)

 

C) si richiede la modifica del regolamento comunale che consenta
il REFERENDUM comunale e il BILANCIO PARTECIPATO anche ad Ariccia

Buon Lavoro
Damiano Orru’
#AricciaPalese – Comunita’ Digitale Palese
http://OPENARICCIA.CLOUD
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Trasparenza secondo #giottarelloinpratica #aspettiamoifatti

http://www.ariccia.rm.gov.it/pagina/albo-pretorio
albo_pretorio_2016dic
http://www.ariccia.rm.gov.it/pagina/albo-pretorio

L’Amministrazione non divulga (obbligo di legge) on line:
# composizione di guinta e consiglio comunale con relativi contatti telefonici/mail/social
# curricula di assessori e consiglieri
# compensi e situazione patrimoniale degli amministratori

http://www.ariccia.rm.gov.it/pagina/consiglio

Trasparenza Giunta

http://www.ariccia.rm.gov.it/pagina/giunta

Trasparenza Consiglio Comunale

http://www.ariccia.rm.gov.it/pagina/sindaco

Trasparenza sindaco

Proclamazione del Sindaco il 6 giugno 2016

http://www.eco16.it/2016/06/ariccia-roberto-di-felice-proclamato.html
sindaco2016giugno-6-proclamato

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#25novembre #Ariccia Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne

nonunadimeno
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@nonunadimeno
#nonunadimeno


#25novembre Questa data rappresenta per Amnesty International l’occasione per sostenere la lotta contro la violenza sulle donne in Italia e nel mondo tramite appelli ed iniziative di sensibilizzazione.

Fermare il femminicidio e la violenza contro le donne in Italia.
Nell’ambito del punto relativo alla violenza domestica ed al femminicidio della campagna “Ricordati che devi rispondere. L’Italia e i diritti umani” Amnesty International chiede l’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), ratificata dall’Italia nel giugno 2013. Richiede inoltre l’attuazione delle raccomandazioni contenute nel rapporto della Relatrice Speciale ONU sulla violenza contro le donne, fra queste, l’adozione di una legge specifica sulla parità di genere e sulla violenza contro le donne.

http://www.amnesty.it/25novembre-donne.html

Il 25 novembre è stato scelto nel 1999 come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite che ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981.

Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.


ariccia_contro_violenza_su_donne2016
https://goo.gl/ZQ8hKH


 

In Italia solo dal 2005 alcuni centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty International festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e cultura.

Nel 2007 100.000 donne (40.000 secondo la questura) hanno manifestato a Roma “Contro la violenza sulle donne”, senza alcun patrocinio politico. È stata la prima manifestazione su questo argomento che ha ricevuto una forte attenzione mediatica, anche per le contestazioni che si sono verificate a danno di alcuni ministri e di due deputate.[1]

Dal 2006 la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna promuove annualmente il Festival La Violenza Illustrata, unico festival nel panorama internazionale interamente dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Ormai centinaia di iniziative in tutta Italia vengono organizzate in occasione del 25 novembre per dire no alla violenza di genere in tutte le sue forme.

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