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Diritto alla Conoscenza #FOIA lezione di Stefano #Rodota

Il prof. STAFANO RODOTA’, il 29 novembre 2010 ha presentato all’Internet Governance Forum una proposta per portare in Commissione Affari Costituzionali l’adozione dell’articolo 21-bis, che recitava: “Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale“.[32]

Nei confronti del mondo di internet Rodotà ha assunto posizioni di tipo libertario, implementando le sue idee sui media in diversi ambiti quali: Internet Governance Forum dell’Onu, all’Unesco, al Parlamento europeo.[33]

Nell’ottobre 2014 presiede la commissione parlamentare “Internet, bill of rights”[34], incaricata di redigere i principi generali della comunicazione via Internet, come indirizzo per le leggi italiane in materia e come spunto nel dibattito internazionale.


« I diritti fondamentali si pongono a presidio della vita, che in nessuna sua manifestazione può essere attratta nel mondo delle merci. »

https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Rodot%C3%A0

http://www.doppiozero.com/materiali/speciali/il-diritto-alla-conoscenza

In un bellissimo saggio dal titolo Fame di sapere, che poi nel testo diventa fame di conoscenza, Francesco Remotti ci conduce alle radici dell’umanità e alle origini della nostra cultura, quella delle parole iniziali della Metafisica di Aristotele: “Tutti gli uomini, per natura, desiderano sapere”. Fame indica un bisogno primario che, se non viene soddisfatto, porta la persona a morire. E dunque si può morite per mancanza di cibo, ma pure di sapere, in una unione tra corpo e mente.

A che cosa, però, ci riferiamo oggi parlando di conoscenza, poiché l’intera nostra società viene definita, appunto, della conoscenza? Viviamo in uno spazio sociale dilatato, senza precedenti nella storia dell’umanità, creato da Internet, identificato con la Rete, dove si mescolano soggetti e fenomeni diversi, dove i ruoli possono cambiare vorticosamente e gli interessi trovarsi in conflitto. Questo spazio è riempito d’una infinita conoscenza che, per le sue caratteristiche, Luciano Gallino ha definito un “bene pubblico globale” e che, anzi, viene ormai sempre più considerata un “bene comune”, liberamente accessibile da ogni persona. Che cosa vuol dire, allora, percorrere quest’immenso territorio muniti d’un diritto?

La risposta più ovvia – attingere la maggior quantità possibile di sapere – è ormai insufficiente, talvolta ingannevole. Bisogna andare oltre ogni formula semplice, scoprendo spesso che, una volta avviata una analisi appena più attenta, anche in passato l’accesso al sapere poneva numerosi problemi e, soprattutto, rifletteva una divisione netta tra produttori e consumatori della conoscenza. Oggi abbiamo la consapevolezza della impossibilità di tracciare una definitiva, stabile linea di confine tra quei due mondi e quelle due figure. Siamo di fronte ad un rapporto paritetico tra ricezione e produzione, ogni utente si fa produttore, cambiando così la natura stessa della conoscenza in rete, tanto che si è potuto concludere che ormai è stata annullata ogni differenza tra sfera culturale, sfera sociale, sfera mediatica.

Da queste considerazioni, tuttavia, non si può trarre la conclusione che diritto alla conoscenza significhi diritto a qualsiasi conoscenza, in qualsiasi modo o forma, guardando al mondo come ad una miniera a cielo aperto, dove qualsiasi informazione diviene liberamente disponibile. Esempi quotidiani mostrano che non è così. Basta ricordare il cosiddetto Datagate, la rivelazione che una agenzia americana raccoglie milioni di dati e li adopera per controllare le persone su scala planetaria. E’ stata così riscoperta l’importanza della privacy, diritto fondamentale da rispettare a tutela della libertà di ciascuno. Ma, all’interno della stessa sfera privata, il diritto di sapere può rovesciarsi nel diritto di non sapere, come accade quando una persona, ad esempio, non vuole che le vengano comunicate informazioni riguardanti il suo stato di salute. E la tutela della privacy può esigere una amputazione della conoscenza in rete, come accade con il diritto all’oblio che richiede appunto la cancellazione di informazioni già legittimamente raccolte.

Gli intrecci non si fermano qui. La stessa garanzia del diritto alla privacy si indebolisce, fino a scomparire, quando siamo di fronte a “figure pubbliche” – politici, attori, sportivi – che hanno scelto appunto di vivere in pubblico. E, considerando in particolare i politici, ci accorgiamo che il diritto alla conoscenza è funzionale al controllo diffuso che i cittadini devono poter esercitare su chiunque detenga un potere, facendo così emergere la dimensione della trasparenza come un connotato della democrazia.

Nasce così una sfera pubblico-politica dove gli arcana imperii sono sempre meno accettati. Vicende come quelle di Wikileaks e del Datagate hanno mostrato come fossero state colte tutte le opportunità tecnologiche per far crescere quasi senza limiti la raccolta delle informazioni e la loro conservazione in banche dati sempre più gigantesche, dove le informazioni sono divenute sempre più facilmente reperibili, alla portata di molti, accessibili a distanza, agevoli da divulgare. E questo ha fatto nascere la diffusa consapevolezza che lì si stava depositando un nuovo sapere sociale, che non poteva più essere sequestrato con le vecchie regole sul segreto e di cui i cittadini si sentivano i veri “proprietari”, dunque legittimati ad esercitare in questa direzione il loro diritto alla conoscenza, a quel “cercare, ricevere, diffondere” informazioni di cui parla la Dichiarazione universale dei diriti dell’uomo dell’Onu.

Di nuovo un radicale cambiamento di scenario. Il mondo si svela nella sua sempre più sconfinata ricchezza informativa, che ridisegna il ruolo del cittadino nella sfera pubblica, incidendo al tempo stesso, e in modo ancor più profondo, sul modo in cui ciascuno ridefinisce se stesso di fronte a questo sapere che gli si presenta come infinito, alla cui definizione e crescita anch’egli può contribuire. Abbiamo diritto alla conoscenza perché solo così possiamo liberamente costruire la nostra personalità, e dunque gli stessi sistemi istituzionali devono essere strutturati in modo da permettere pienezza del vivere, dell’essere davvero se stessi. Tutto il sapere del mondo è lì. a portata di mano, e nessun ostacolo deve essere posto alla libertà di accedervi.

Si innestano qui conflitti che non sono tra vecchio e nuovo, tra continuità e discontinuità, ma che hanno la loro origine nella molteplicità degli interessi Richiamando le “enclosures” dei fondi che si verificarono in Gran Bretagna a partire dal Settecento, sottraendo quei beni agli usi comuni, si denuncia oggi il rischio di un nuovo movimento per la “chiusura” di quel bene globale che è appunto la conoscenza. Reggono, di fronte alla nuova realtà, categorie proprietarie forti come il diritto d’autore e il diritto di brevetto? L’accesso al mondo della conoscenza deve passare attraverso la logica del mercato o attraverso la logica dei diritti? La conoscenza è una merce o un bene comune?

Questi sono conflitti reali che, tuttavia, proprio nella realtà possono trovare forme di composizione lontane dalla pretesa di far prevalere uno soltanto degli interessi in campo. Il punto di riferimento è rappresentato dal fatto, innegabile, che la tecnologia ha “reinventato” la conoscenza, sì che nessuno può pretendere di esserne il proprietario più o meno esclusivo. Il problema, allora, diventa quello di garantire al massimo la possibilità di essere protagonisti nella produzione della conoscenza (e questo implica diritto di accesso alla tecnologia e ostilità alla censura); quello di capovolgere l’assunto secondo il quale unico riferimento deve essere la logica proprietaria; quello di inventare forme anche giuridiche di riconoscimento concreto del diritto alla conoscenza, liberandosi dalla tentazione di rifugiarsi nelle vecchie categorie, che la forza delle cose continuamente scardina (ecco, allora, le tariffe flat, i creative commons e tutti gli altri strumenti che disegnano un contesto istituzionale dove diventa possibile la composizione degli interessi).

Dinamiche, queste, che sembrano destinate a funzionare quando ci si trasferisce nella dimensione digitale. Ma il libro, il libro di carta, con il piacere di sentirlo fisicamente, con la sua persistenza che lo sottrae alle ingiurie del tempo che colpiscono i dati digitali e li fanno deperibili e non più leggibili? In questo nuovo universo il libro non custodisce solo una memoria, ma un modo d’essere che, nelle varie forme della scrittura e degli strumenti ai quali è stata affidata, davvero può dirsi che ha accompagnato la storia dell’umanità. E la sua fisicità, che incorpora un bene immateriale come la conoscenza, ha bisogno dei suoi luoghi anch’essi storici, ma adeguati al mutamento, le librerie appunto, dove rimane il contatto effettivo tra lettore e libro.

Il precettore settecentesco rivolgeva questo invito al suo discepolo: “Si vous êtes curieux, allez voyager”. L’invito al viaggio rimane, continua ad essere fondato sulla curiosità intellettuale, si estende all’intero mondo della conoscenza, e ai molteplici strumenti che , lì, ciascuno di noi può adoperare.

http://www.doppiozero.com/materiali/speciali/il-diritto-alla-conoscenza

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#Ariccia spesi 10_MILIONI_euro in 5 mesi: 800_mila in “ALTRE spese” non indicate, 2_milioni per utenze e straordinari #aspettiamoiFATTI #giottarelloinPratica

#Ariccia spesi 10_MILIONI_euro e mezzo in 5 mesi del 2017:
#aspettiamoiFATTI #giottarelloinPratica

DETTAGLIO SPESE su http://openariccia.altervista.org/spese2017/
scarica PDF

800_mila in “ALTRE spese” non indicate:

€ 105.478,80 Altre prestazioni professionali e specialistiche n.a.c.
€ 24.956,18 Altre spese correnti n.a.c.
€ 51.625,08 Altri beni e materiali di consumo n.a.c.
€ 493.568,92 Altri servizi diversi n.a.c.
€ 129.142,18 Altri trasferimenti a famiglie n.a.c.

DETTAGLIO SPESE su http://openariccia.altervista.org/spese2017/
scarica PDF

FONTE
https://www.siope.it/Siope2Web/#Ariccia


2_milioni per utenze e straordinari del personale

€ 45.993,20 Straordinario per il personale a tempo indeterminato
€ 1.863.278,25 Contratti di servizio per la raccolta rifiuti
€ 232.482,63 Energia elettrica
€ 43.203,46 Gas
€ 9.879,70 Telefonia fissa


#aspettiamoiFATTI #giottarelloinPratica

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Accesso ai dati FOIA (D.Lgs. 97/2016): ” #aricciaPalese 19.6.2017 OpenAriccia.cloud”

Accesso ai dati FOIA (D.Lgs. 97/2016):
“#aricciaPalese 19.6.2017 OpenAriccia.cloud”

 

Al Sig.Roberto Di Felice – “Sindaco di Ariccia”
alla Giunta, al Presidente del Consiglio Comunale
ai Consiglieri di maggioranza e opposizione

tuttora non abbiamo risposta alla PEC del 19 giugno e dicembre 2016, marzo 2017
http://openariccia.altervista.org/openariccia-2016/

Si ribadiscono le richieste di divulgare gli importi effettivi e documentati circa:

–# A.1 spese e introiti derivati dalla Raccolta Differenziata  (vendita del riciclato carta plastica vetro metalli ecc… ex bando 2014-2019)

–# A.2 spese e introiti derivati dall’affidamento della Sagra della Porchetta   (delibera 47 11.6.2016), dei festeggiamenti di Natale e Carnevale, dettagliando
costi sostenuti e finanziatori, anche in regime di “autofinanziamento”

–# A.3 spese annoverate come ALTRI servizi, ALTRI contratti, ALTRI pagamenti, ecc… oltre 804.000,00 € da gennaio a maggio 2017 (fonte SIOPE) http://openariccia.altervista.org/spese2017

B)  spese/frequenze delle manutenzioni del PONTE Monumentale     (con relativa documentazione sulla sicurezza statica)

C) la modifica del regolamento comunale che consenta (come previsto nello Statuto Comunale) il REFERENDUM comunale, per il futuro BILANCIO PARTECIPATO COMUNALE

Buon Lavoro
http://www.instagram.com/openariccia
https://twitter.com/openariccia
http://fb.com/OPENARICCIA.CLOUD

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Archivi e biblioteche al tempo delle #fakenews le biblioteche digitali come servizio alla comunità

mercoledì 21 giugno ore 15-19

Biblioteca della Camera dei deputati
Sala Galileo, secondo piano
Via del Seminario 76 – Roma


www.aib.it/attivita/2017/62975-archivi-biblioteche-fake-news/


Archivi e biblioteche sono servizi e strumenti di conoscenza critica della realtà fondamentali per la cittadinanza attiva, l’apprendimento, la ricerca scientifica, la salvaguardia della memoria culturale e il confronto delle idee. La digitalizzazione della documentazione storica, la crescita esponenziale delle pubblicazioni correnti born-digital e le tecnologie per facilitarne reperimento, integrazione, valorizzazione, rielaborazione e riutilizzo moltiplicano le opportunità di contribuire alla produzione di nuovi saperi a beneficio di tutti, ma al contempo accrescono la responsabilità dei gestori riguardo alla qualità, alla contestualizzazione, alla neutralità e alla affidabilità dell’informazione disponibile e affinché in ambiente digitale non si generino nuove barriere all’accesso e nuove forme di esclusione.
Il convegno prende spunto da un recente decreto del Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo (DM 37/2017) istitutivo di un “Servizio per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital library”, che ha sollevato critiche e perplessità nel mondo degli archivi, delle biblioteche e della ricerca scientifica, e mira a promuovere un confronto pubblico tra esperti, utenti e decisori politici sulla natura e le finalità delle biblioteche digitali come istituti della democrazia e sulle architetture istituzionali che possono favorirne lo sviluppo.

Programma

Saluti
Antonio Casu, direttore Biblioteca della Camera dei deputati

Introduzione al Convegno. Il punto di vista delle Associazioni
Rosa Maiello, presidente Associazione italiana biblioteche
Mariella Guercio, presidente Associazione nazionale archivistica italiana
Giovanna Mazzola Merola, componente del direttivo Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli

Presiede Giovanni Bergamin, responsabile servizi informatici Biblioteca nazionale centrale di Firenze

Interventi di

Benedetta Tobagi, giornalista (in attesa di conferma)
– Federico Valacchi, docente di Archivisitica e archivistica applicata Università di Macerata
Roberto Delle Donne, docente di Storia medievale, Storia della storiografia medievale e Metodologia della
ricerca storica Università degli studi di Napoli Federico II
Gino Roncaglia, docente di di Informatica applicata alle discipline umanistiche ed Editoria digitale Università della Tuscia
Lorenzo Casini, docente di Diritto amministrativo IMT School for advanced studies Lucca; Consigliere giuridico del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo

Discussione

Conclusioni a cura di
Claudio Leombroni, Responsabile del Servizio Biblioteche, archivi, musei e beni culturali Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna

 

http://www.aib.it/attivita/2017/62975-archivi-biblioteche-fake-news/

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.@votofacile a #Comiso e #RAGUSA si inizia con #BilancioPartecipato e #ReferendumComunaleOnline ad #aprile2017 per #Ariccia #Aspettiamoifatti #Giottarelloinpratica

.@votofacile a #Comiso e #RAGUSA si inizia con #BilancioPartecipato e #ReferendumComunaleOnline ad #aprile2017 per #Ariccia #Aspettiamoifatti #Giottarelloinpratica

https://www.votofacile.it/


Attraverso questo sistema, l’Amministrazione Comunale potrà proporre temi da sottoporre alla consultazione online, chiedendo l’opinione dei cittadini sulle questioni più varie. Molti potrebbero pensare: sì, io voto, ma poi “aggiustano” tutto e decidono come gli pare… Ed invece no!

Il software, attraverso un algoritmo dedicato, permette a chi vota (solo i cittadini di Ragusa), di esprimersi e “controllare” il proprio voto, attraverso un numero personale.
Come si ci iscrive? Utilizzando il proprio codice fiscale e, aspetto essenziale, la propria tessera elettorale.

Altra obiezione: sì, ma non lo userà nessuno!
Noi ci crediamo. E’ chiaro, siamo consapevoli che nella prima fase bisognerà prendere “confidenza” con il mezzo.

Ma è questo il futuro. E’ questa la realtà. E’ questa l’innovazione. Non si può più decidere nelle cosiddette “stanze dei bottoni”. Le decisioni devono essere patrimonio della comunità.
https://www.facebook.com/FedePiccitto/

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